Un’altra band newyorchese, leader scozzese, David Byrne, anche loro nel meting pot culturale ella Grande Mela a fine Anni 70, anche loro in preda a convulsioni creative, che non abbandoneranno mai il gruppo, nemmeno a distanza di anni, quando saprà abbracciare altre sonorità, come quelle “tropicaliste”…
Nel 1977 escono con un album che fotografa la New York “77” che pulsa e preme per sconvolgere il panorama musicale, aggiungendo dimensioni artistiche nuove, oblique, capaci di abradere. Pnk, funk si mescolano, Byrne è un altro personaggio schizofrenico, con una voce stralunata ed isterica, diverrà una icona della nascente New Wave.
Riportiamo la celebre Psycho Killer, in un patchwork di immagini riprese in performance diverse, eppure “lineari” nella loro paranoia. “Psycho Killer/Qu’est que c’est/Fa Fa Fa Fa Fa Fa Fa Fa Fa Far Better/Run Run Run Run Run Run Run Away?".
Se, come quasi sempre accade, la musica sembra esprimere qualcosa, questa è soltanto una (pura) illusione.
lunedì 21 gennaio 2008
[+/-] |
Talking Heads - Psycho Killer [1977] |
domenica 20 gennaio 2008
[+/-] |
James Chance and The Contortions - I Can't Stand Myself [1979] |
Alla fine degli anni ’70 New York ha una scena artistica alternativa assai vivace, miscuglio di esperienze diversissime in tutte le arti espressive, nella musica come nel cinema, nella pittura, nelle danza... La musica è una tela cucita
con fili spaiati e la trama che ne esce è sorprendentemente originale: c'ò il funk, il punk, il garage, la black music e il ree jazz, l'avanguardia.
Così, partendo dal crogiuolo creativo dell’East Village, nel 1976 New York battezza la cosiddetta No wave, un non-movimento musicale contaminato da tutto ma che prende le diastanze da tutto.
No New York è l'album "non-manifesto" messo assieme da Brian Eno: Mars, Teenage Jesus And the Jerks, D.N.A, James Chance 6 The Contorsions...personaggi che il ventre della metropoli americana ha rigurgitato, acidi gastrici compresi.
I Contortions di James Chance sono l'alienazione più sbilenca possibile, condotta dal suono di un sax ribelle e spastico su una ritmica sincopata e spezzata. "I Can’t Stand Myself" è un brano di James Brown. I Contortion lo fanno a pezzi e lo rimontano senza pietà.
sabato 19 gennaio 2008
[+/-] |
The Velvet Underground - Femme fatale [1966] |
Il rock messo a nudo, scarnificato, il rumore urbano che si fa suono. I temi scabrosi del tempo che vengono buttati in musica e che tengono lontano dal circuito ufficiale Lou Reed e soci, visti e supportati da chi dello scandalo ha fatto arte, Andy Wharol.
I V.U. seminali per tutti. Oscuri e genetici allo stesso tempo. Citati da lì in avanti da band punk, nwe wave e da mille altri inconsapevoli artisti.
Nico è la femmina fatale che incarna il bene e il male
Here she comes, you better watch your step
She's going to break your heart in two, it's true It's not hard to realize
Just look into her false colored eyes
She builds you up to just put you down, what a clown
'Cause everybody knows (She's a femme fatale)
The things she does to please (She's a femme fatale)
She's just a little tease (She's a femme fatale)
See the way she walks, Hear the way she talks
You're put down in her book, You're number 37, have a look
She's going to smile to make you frown, what a clown
Little boy, she's from the street
Before you start, you're already beat
She's gonna play you for a fool, yes it's true
'Cause everybody knows (She's a femme fatale)
The things she does to please (She's a femme fatale)
She's just a little tease (She's a femme fatale)
See the way she walks Hear the way she talks
venerdì 18 gennaio 2008
[+/-] |
Astor Piazzolla - Libertango [1984] |
Il "nuevo tango" è Astor Piazzolla.
L'ha inventato lui ed è il frutto di una contaminazione di stili e di generi, anche di suoni.
Ha relazioni con la musica jazz e ricorre alla dissonanza, elemnto che non appartiene al tango tradizionale.
Anche flauto, isassofono, chitarra elettrica, strumenti elettronici e batteria jazz sono elementi di novità.
Nel 1998 con Libertango Piazzolla vince il Grammy Awards come miglior composizione strumentale dell'anno.
Il tango è al musica un cui anima e cuore si stringono. Non può lasciare indifferenti.
giovedì 17 gennaio 2008
[+/-] |
Orange Juice - Falling & Laughing [1980] |
Glasgow (Scotland) 1980: nasce l’indie pop. La sua culla ha un nome oscuro per moltissimi ma seminale: Postcard Recordings Of Scotland.
Nel momento in cui la musica punk ha già raggiunto gli apici, nelle alte terre scozzesi un manipolo di ragazzini combina un guaio grosso e inventa il pop indipendente britannico. Sono l’immagine di una adolescenza senza pregiudizi di sorta, affascinati da generi musicali differenti e da classici della musica pop e soul - dai Byrds al suono della Motown, animati da energia ed entusiasmo adolescenziale, incuranti di quanto sapessero maneggiare davvero i loro strumenti.
Questi ragazzini, nessuno dei quali ha poi mai raggiunto un successo duraturo, così come l’adolescenza è la fiamma di un momento, hanno bruciato sulle loro chitarre la freschezza creativa, inconsapevolmente cambiando la musica di quel tempo e seminando uno stile, quello sì, duraturo, che bands come gli Smiths sapranno raccogliere e mettere a frutto di lì a poco.
Orange Juice (il cui frontman è un certo Edwyn Collins, che ricorderete per la sua A girl like you, hit di pochi anni or sono), Josef K, Fire Engines, Aztec Camera... i nomi che portavano il marchio del gatto col tamburo, simbolo della Postcard.
Fu il suono di un momento, che poi si disperse (e che in parte fu raccolto da altra etichetta semiinale, la belga Les Disques Du Crepuscule: Tuxedomooon, Anna Domino, Mertens…).
Ora usiamo ricordare quell’afflato di pura, contagiosa, affascinante spinta creativa giovanile con l’espressione The Sound Of Young Scotland.
mercoledì 16 gennaio 2008
[+/-] |
Cat Power - The Greatest [2006] |
Rock, folk, blues, country, soul, voce un ed viso che piace hanno fatto di Chan Marshall, in arte Cat Power, un'artista... che piace. Scoperta da Steve Shelley dei Sonic Youth, parte e si mantiene ispirata e malinconica senza mai pesare, essenziale nella struttura musicale quanto basta per lasciare spazio alla voce, Cat Power sa cimentarsi con una musica profonda che richiederebbe una presenza vocale diversa (come quella maschile di Stuart A. Staple dei Tindersticks per intenderci, che da sola fa metà del lavoro).
Eppure, accettando al sfida, la signorina americana la sfida la vince compiendo un percorso di affinamento coraggioso, che nel giro di pochissimi anni attraverso album via via meno isolati si avvicina al gusto comune, spiazzando la critica e, in alcuni casi, perdendo le approvazioni iniziali di chi ama i suoi amori fino a che restano celati ai più, come se la musica cosiddetta indipendente dovesse restare tale ad libitum per portare il marchio di qualità. CAt Power si macchia dell'impudicizia di uscire dall'ombra e usare la sua bravura per uscire dagli schemi ed essere, semplicemente, Cat Power.
martedì 15 gennaio 2008
[+/-] |
Wim Mertens - 4 mains [1987] |
Compositore belga, fiammingo per la precisione. Minimalista di nascita, ricercatore di suoni non convenzionali, passato attraverso le colonne sonore per i film di Peter Greenaway e Jan Fabre, per arrivare ad un suono orchestrale, intimo e pacato, costruito su linee melodiche sovente ripetitive di chiara eleganza continentale.
Mertens è considerato un maestro dell'avanguardia - assai prolifico, si contano a decine e decine i suoi lavori e Wikipedia ne rende conto - che ha saputo rendere accessibile una musica colta e non di immediata digeribilità ad un pubblico non elitario.
La via attraverso la quale ha raggiunto silenziosamente questo obiettivo è quella che unisce due estremi apparentemente inconciliabili, ovvero sperimentazione e romanticismo: la melodia è il mezzo che fonde strutture complesse o tappeti sonori essenziali per provocare emozioni attraverso la musica.
Molti suoi brani hanno oltrepassato i confini del tempo e sono considerati dei classici della musica contemporanea (Struggle for Pleasure, Close Cover, 4 Mains...).
domenica 13 gennaio 2008
[+/-] |
Jean Michel Basquiat - Downtown 81 part 1/part 2 |
Jean Michel Basquiat (1960-1988) era un teppista di strada, un imbrattatore di muri. Secondo alcuni.
Secondo altri era un artista contemporaneo, protagonista della public art e della scena artistica che nacque a New York anche con Basquiat e che ebbe nella collettiva New York/New Wave allestita al P.S.1 agli inizi del 1981 il suo incipit riconosciuto. Per Basquiat le superfici della città non erano altro che immense tele a disposizione della capacità espressiva.
Vedere (per credere) qualcosa della sua arte: l’occasione la dà la mostra La Parola Nell’Arte (Mart, Rovereto - Fino al 6 aprile 2008).
Una testimonianza è anche Downtown 81 – film in cui Basquiat interpreta se stesso - che racconta per immagini e suoni la sua arte espressa per strada. La musica va da Tuxedomoon, a Dna, John Lurie , James White & The Blacks… e altri che hanno fatto la colonna sonora underground della Grande Mela degli Anni 80; nel cast anche Deborah Harry, Kid Creole and the Coconuts, Plastics.
Direttore del film scritto da Glenn O’Brien (fu art director di Andy Warhol) è Edo Bertoglio. Qui un paio di stralci della pellicola che fu girata nel 1981 e per problemi di produzione presentata a Cannes solo nel 2000 .
[+/-] |
David Sylvian - Orpheus [1987] |
Una epopea musicale quella di Sylvian, partita dai Japan e proseguita in solitario. Un affinamento costante ottenuto grazie a collaborazioni importanti (Sakamoto, Isham, Fripp, Czukay) che lo hanno portato ad oscillazioni tra rock, elettronica, new age. Personaggio a sè, amato e detestato per la sua presunta spocchia musicale. Alti e bassi. L'album "Secrets Of The Beehive" è un piccolo gioiello, intimo e sfumato, intenso quanto malinconico, con una prestazione vocale che ha lasciato il segno.
Tell me, I’ve still a lot to learn
Understand, these fires never stop
Believe me, when this joke is tired of laughing
I will hear the promise of my Orpheus sing
sabato 12 gennaio 2008
[+/-] |
Joanna Newsom - Sprout and the bean [2004] |
Del 1982, californaina di Nevada City. Joanna dall'età di 8 anni è arpista innamorata che con lo strumento ha un legame intenso, quasi fisico. Figura fresca e nitida, capace di stagliarsi sull'orizzonte confuso popolato da repliche d'artisti e pseudo tali che si fanno il verso l'un con l'altro.
Riferimenti: folk, suono di una tradizione semplice e popolare, libera da etichette e forzature "avant", uno stile genuinamente nato dalle proprie esperienze di ascolto, intimo e sommesso. Dove l'antico e il moderno non sono poli antitetici ma punti coniugabili dalla sensibilità artistica. lievissima, eterea, obliqua quel tanto. Riconosciuta, come in Ys dove hanno collaborato con lei Van Dyke Parks, Smog, Steve Albini, Jim O’Rourke.
venerdì 11 gennaio 2008
[+/-] |
Canzone rumorista >>> La parola nell'arte (Mart - Rovereto) |
"Dal Futurismo al Dadaismo, dal Surrealismo a Fluxus, alla contemporaneità, la relazione parola/immagine ha dato vita alle più “spericolate” forme espressive, apportando un originale contributo d’innovazione sia alla pittura, che alla forma più tradizionale del testo scritto, poetico, letterario e naturalmente artistico".
Il MART di Rovereto (TN) celebra la parola nell'arte, fino al 6 aprile 2008. Opere di Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla, Marcel Duchamp, René Magritte, Gino Severini, Alighiero Boetti, Joseph Beuys, Emilio Isgrò, Cy Twombly, Giulio Paolini, Joseph Kosuth, Jenny Holzer, Fischli & Weiss, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Nedko Solakov, Barbara Krueger...
La parola nell'arte. Ricerche d'avanguardia nel '900. Dal Futurismo ad oggi attraverso le Collezioni del Mart
giovedì 10 gennaio 2008
[+/-] |
Robert Wyatt - Free will and testament [1997] |
Un poeta popolare che ha osservato il mondo dal buio della propria anima e dalla prospettiva della propria sedia a rotelle, cogliendone forse il senso. Troppo corposa la sua storia per ricordarla qui: percorso da scoprire, un punto di partenza didascalico http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Wyatt. L'album Shleep è un gioiello, Rock Bottom una pietra miliare.
mercoledì 9 gennaio 2008
[+/-] |
Cocorosie - By your side [2004] |
Uno, due, tre... fuoco! La Maison De Mon Rêve, disco d’esordio e botto!
Le sorelle Sierra e Bianca Casady, con quella vocina messa lì per essere udita e poco più e stare assieme ai giocattoli di vostro figlio di due anni, strumenti al pari e più di quelli classici, sono partite con un gioiello estemporaneo, nato da uno stato di grazia irripetibile ma non casuale del tutto, poggiato com'è stato sul revival della tradizione di folk e blues che è fiorito pochi anni fa (siamo nel 2004) negli Usa, New York in particolare.
La Maison De Mon Rêve è il disco della reunion familiare che si compie a Mont Martre nel 2004:
le sorelle si incontrano dopo anni di separazione e di peregrinaggi appresso a mamma nativa d’America, artista, e papà cultore dello sciamanesimo.
Bastano un registratore a quattro piste, una chitarra, suoni concreti d'ambiente (una caffettiera...) e dalla cameretta esce questo fragilissimo del gospel lo-fi, una magia riuscita d'incanto e irripetibile; e appunto più ripetuta nei successivi dischi.
I'll always be by your side, Even when you're down and out
I'll always be by your side, Even when you're down and out
I just wanted to be your housewife, All i wanted was to be your housewife
I'll iron your clothes, I'll shine your shoes,
I'll make your bed, And cook your food
I'll never cheat, I'll be the best girl you'll ever meet
And for a diamond ring, I'll do these kinds of things
I'll scrub your floor, Never be a bore
I'll tuck you in, I do not snore
I'd wear your black eyes, Bake you apple pies
I don't ask why, And i trys not to crys
I'll always be by your side, Even when you're down and out
I'll always be by your side, Even when you're down and out
And its nearly midnight, And all i want with my life
Is to be a housewife, Is to be a housewife
'Cause it's nearly midnight, And all i want with my life
Is to die a housewife, Is to die a housewife
[+/-] |
Dead Can Dance - The Carnival Is Over [1993] |
Dark, poi folk, gothic... Purezza. Brendan Perry e Lisa Gerrard, sono dead Can Dance, Dead Can dance è riscoperta. Viaggio a ritroso alla riscoperta delle nostre radici, indietro fino al Rinascimento e all'Epoca Buia, la musica popolare, folk attraversa la storia e si rimaterializza in un progetto unico ed ambizioso che poggia sulla voce calda di Brendan e quella più spettrale di Lisa.
martedì 8 gennaio 2008
[+/-] |
Kreidler - Reflections [1996] |
Post-rock, elettronica, pop, musica concreta, psichedelia, Can, electro. Kraftwerk, ripetizione, paesaggio.
Onirici.
Vedi anche To Rococo Rot, Genf, FS:Blumm
lunedì 7 gennaio 2008
[+/-] |
Sonic Youth - Sugar Kane [1993] |
New York. Thurston Moore e Lee Ranaldo. Noise-rock. Disarmonia. Rumore. Contaminazione pop. Jim O'Rourke. Avanguardia. Influenti.
domenica 6 gennaio 2008
[+/-] |
Tuxedomoon - Desire [1981] |
San Francisco, stanno finendo gli Anni '70.
Entra in scena, sul palcoscenico "minore" dell'arte alternativa, la musica dei Tuxedomoon. Musica in cui si intrecciano generi diversi (classica, punk, pop, elettronica) in un connubio originale orientato dalle dissonanze, cabaret espressionista e un romanticismo mitteleuropeo vengonoportati sul palco da un gruppo che ha segnato le pagine più belle della cosiddetta new wave.
Sono Blaine L. Reininger e Steve Brown gli artefici, due amici che frequentano il San Francisco City College, dove studiano la musica elettronica. Nel tempo sono affiancati, tra gli altri, da Wiston Tong, Peter Principle, Luc Van Lieshout.
I loro concerti sono spettacoli multimediali innovativi per l'epoca. Che portano anche in Europa, dove si stabiliscono: Belgio, Italia (Bologna). Le loro influenze: William Burroughs, David Bowie, John Cage, Albert Camus, Brian Eno.
[+/-] |
Penguin Cafe Orchestra - Perpetuum mobile [1987] |
Penguin Cafè Orchestra. Data e luogo di nascita: 1974 Londra. E' la formazione di Simon Jeffes (studente di chitarra alla Royal Academy) che fonde musica etnica, musica da camera occidentale, cabaret decadente del cafe`-concerto. Un suono elegante venato di nostalgia.
Music For A Found Harmonium è un ritornello folk che mischia la danza popolare tirolese e la musica da camera di Bach.
sabato 5 gennaio 2008
[+/-] |
Rachel's - Wally, Egon and the Models in the Studio [1996] |
Rachel's - Anno e luogo di nascita: 1991 Baltimora (Maryland, Usa). Fino a 20 musicisti si cimentano nel coniugare, con animo romantico, classici arrangiamenti orchestrali e improvvisazioni tipiche del post-rock,
Ne esce una ammaliante e minimale musica da camera che richiama alla memoria i maestri della Penguin Cafè Orchestra.
Music For Egon Schiele (1996) è l'album - colonna sonora di una rappresentazione di danza - che ospita questo brano, intimo, celato, malinconico.
venerdì 4 gennaio 2008
[+/-] |
Pascal Comelade - Russian Roulette [2006] |
Strumenti giocattolo, strumenti improbabili recuperati da cassetti domestici, follia e lucida visione, suoni obliqui per atmosfere tra il sogno e l'osteria di paese. Questo è Pascal Comelade, imperturbabile sognatore catalano.
Vedere anche Pierre Bastien, Jac Berrocal...
giovedì 3 gennaio 2008
[+/-] |
The Jam - In The City [1977] |
1977-1982. I Jam nascono durante l'esplosione del punk e divengono in pochissimo tempo una delle formazioni più importanti nella scena musicale britannica, incorciando punk-rock e pop, beat, rhythm'n'blues.
Diventano icona del movimento mod: camicia bianca, giacca e cravatta nere. L’associazione agli Who è inevitabile. I Jam sono stati l’immagine fedele dell'adolescenza british. Il loro masterpiece: All Mod Cons - (1978).
Paul Weller, da Woking, impeccabile nello stile, è leader del gruppo, chitarrista, voce, compositore. Passando attraverso la successiva esperienza soul pop degli Style Council, Weller è arrivato fino ad oggi con una carriera solistica prolifica ma sempre coerente.
In the city there's a thousand things I want to say to you
But whenever I approach you, you make me look a fool
I wanna say, I wanna tell you
About the young ideas
But you turn them into fears
In the city there's a thousand faces all shining bright
And those golden faces are under 25
They wanna say, they gonna tell ya
About the young idea
You better listen now you've said your bit-a
And I know what you're thinking
You still think I am crap
But you'd better listen man
Because the kids know where it's at
In the city there's a thousand men in uniforms
And I hope the never have the right to kill a man
We wanna say, we gonna tell ya
About the young idea
And if it don't work, at least we said we've tried
In the city, in the city
In the city there's a thousand things I want to say to you
mercoledì 2 gennaio 2008
[+/-] |
Yann Tiersen & Neil Hannon - Life on Mars [1999] |
Yann Tiersen, polistrumentista francese che sa trarre suoni da piano, fisarmonica, violino, è cresciuto con la musica classica prima e il rock dopo, passando attraverso le musiche da film per cortometraggi. La collaborazione è il suo veicolo di contaminazione dei suoni e delle atmosfrere, ha suonato con Lisa Germano, Elisabeth Frazer dei Cocteau Twins.
Neil Hannon, irlandese introverso, deus ex machina di Divine Comedy, ricompreso a ragione tra le fila dei grandi eccentrici del pop d'Oltre Manica, è artefice da quindici anni di sognanti e maestosi album di puro pop: composizioni e melodie senza tempo, arrangiamenti preziosi.
Insieme riprendono in tono minimale un must del repertorio di David Bowie.
"It's a God awful small affair
To the girl with the mousey hair,
But her mummy is yelling, "No!"
And her daddy has told her to go,
But her friend is no where to be seen.
Now she walks through her sunken dream
To the seats with the clearest view
And she's hooked to the silver screen,
But the film is sadd'ning bore
For she's lived it ten times or more.
She could spit in the eyes of fools
As they ask her to focus on"
martedì 1 gennaio 2008
[+/-] |
Stereolab - Jenny Ondioline [1993] |
La bellezza dei primi Stereolab: le voci incrociate di Laetitia Sadier e Mary Hansen tessono una estenuante ripetizione che si sublima in una reiterazione ammaliante. "Jenny Ondioline" ha chitarre che ricordano i My Bloody Valentine o i Jesus and Mary Chain. Sono gli Stereolab della più sincera sperimimentazione di inizio anni '90, che fondono art rock e kraut-rock in un compromesso originale, prima di sperimentare altre fusioni, tra il pop dei decenni '60 e '70 e la new wave. Inimitabili.